Botanic, anche Fano ha il suo bistrot chic metropolitano

Dalla colazione al dopocena, il localino industrial di Fano si fa notare per un’ambiente stiloso e una proposta in carta variopinta. E poi il brunch…
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Brulicante è lo scenario gastronomico di Fano, cittadina marchigiana adagiata sul mare, che negli ultimi anni ha assistito ad un interessante fermento culinario fatto di localini e piccole gemme che non urlano la propria presenza, piuttosto parlano con i piatti anche attraverso il passaparola. Ma c’è un locale che nel tempo è diventato senza dubbio il capobranco della scena food fanese, irrompendo tra i locals abitudinari con uno stile nuovo per la zona, dai tocchi industrial e dal respiro metropolitano. Parliamo di Botanic, un bistrot chic in zona Sassonia, a pochi passi dal mare: un locale frizzante, che dalla colazione al dopocena, senza saltare alcuna tappa, è definitivamente il posto che i food trotter della provincia pesarese non possono ignorare, per nessuna ragione.

La location

Il mare è dietro l’angolo, e attorno c’è l’atmosfera industrial, che connota il nucleo centrale, leggermente più formale, ma anche il dehors esterno, vetrato, accogliente, dove il legno domina la scena all’interno di un contesto country-chic di ottima fattura, che i raggi del sole fanno risplendere. Nella parte principale, i barman scodellano cocktail ricercati, e i tavolini da tè sono ideali per una chiacchiera sommessa ma non meno sibillina, mentre nel dehors si respira la vera aria di bistrot, ed è anche l’area dove il brunch (di cui parleremo a fondo articolo) trova la sua espressione.

Il menu

Nel corso degli anni, l’offerta di proposte del Botanic si è ricombinata senza paura, allontanandosi da una proposta mainstream per accogliere trend e particolarismi pronti ad abbracciare le molteplici necessità di gusto. La carta classica del pranzo, dall’assortimento contenuto, sfodera una cucina essenziale, dove le poké proposte in tre declinazioni, insieme a qualche pasto frugale, sembrano studiate appositamente per un pranzo rapido e leggero. Invece la carta della cena si struttura con maggiore decisione: oltre ai primi e secondi, fanno la loro comparsa due fishburger niente male (come ben sappiamo, il trend del momento). Per il pranzo del sabato non abbiamo esitato a tuffarci sui quattro piatti del menu aggiuntivo autunno/inverno, che rappresentano esattamente l’essenza di Botanic, l’anima bistrot, dall’impiattamento giusto e dal servizio informale ma sempre impeccabile.

Ovviamente non si fa affatto fatica ad ordinare le proposte in carta, e non c’è neppure il rischio di lasciare fuori qualcosa. E francamente, c’è qualcuno che avrebbe tenuto fuori dalle fauci la tartare di manzo con olive verdi in foglie, sedano, fior di cappero e mayo francese (10 euro)? Mica siamo così pazzi, of course – un piatto equilibratissimo, colorato, con la croccantezza del pane carasau che diventa un’inusuale spatola per mescolare salse e sapori.

Tartare di manzo, olive verdi in foglie, sedano, fior di cappero e mayo francese

Oltre alla tartare, c’è un altro pezzo forte che ha da sempre contraddistinto il Botanic fin dalla sua nascita, l’uovo pochè croccante su vellutata di patate e tartufo nero (8 euro). Se la vellutata rimane meno compatta e rotonda al gusto, l’uovo spinge molto bene, come da abitudine. L’unico primo in carta, e anch’esso marchio di fabbrica di Botanic, è il tortello alla carbonara (9 euro). Beninteso, il sottoscritto stravede per la pasta ripiena e il tortello è uno di quei formati di pasta (se possiamo definirlo tale) al quale è molto difficile rinunciare, ancor più ardua l’impresa se il richiamo dei sapori va alla tradizionale cucina romana, che anche nelle Marche sappiamo recuperare con il giusto estro, e le dovute maniere.

Ma c’è un altro piatto a cui il sottoscritto fatica a rinunciare: il maialino al caramello speziato e confit di verdure (14 euro). Non è così frequente trovare in carta il maialino, una delle carni che, se trattata per bene, rappresenta la libidine imperitura, stimolata da una tenerezza che fa subito coccola. Piatto ben realizzato, avvolgente, che colpisce, e che gli amanti dei sapori buoni e genuini non possono farsi scappare.

Maialino al caramello speziato e confit di verdure

Quattro sono le proposte di dessert – il che sembra un po’ paradossale, se consideriamo che quattro sono anche i piatti “non dolci” offerti nel menu. Ma la spiegazione si cela dietro l’abbinamento non limitato al pasto principale, visto che anche a merenda, magari insieme ad un cocktail fruttato, c’è spazio per un dolcino – lo chiamano sweet bar e non c’è definizione più azzeccata. Sul tortino al cuore di fondente (5 euro) non c’è tanto da dire: un grande classico che non delude mai, perfetto per le giornate invernali.

Tortino al cuore di fondente

Più interessante (ma anche più pericoloso a livello calorico) è il Muuuucake, simpatico nome in codice della cheesecake al mou con mandorle, nocciole e scaglie di cioccolato (6 euro). Una bomba di gusto che spinge un po’ all’eccesso in termini di dolcezza, ma nell’ottovolante dei sapori, tra il morbido e il croccante, la voglia di toglierci la cintura di sicurezza vince sui ripensamenti. Meno spumeggiante, rispetto alle premesse, è invece l’Éclairmisù, ovvero un éclair con spuma al mascarpone, crumble salato al fondente e frutti di bosco (5 euro): beninteso, un dessert piacevole al palato, ma che non cela guizzi memorabili.

Botanic è il bistrot giusto, senza follie scapestrate, ma interessante nell’esecuzione. Oltre alla carta, ci sono altri due appuntamenti che in città ormai si ricordano puntualmente: il sabato è il giorno dedicato al buffet vegetariano a peso, mentre la domenica è il sacro giorno del brunch, definitivamente il posto giusto in provincia (e forse l’unico degno di questa nomenclatura) per abbandonarsi al piacere festivo di una moda che però qua si fa sostanza. Se eravate già stati rapiti dal brunch a domicilio (che avevamo recensito), quello stanziale al Botanic è immancabile, al prezzo proposto di 24 euro. Non pochissimo per gli standard locali, ma l’assortimento generoso che strizza l’occhio al taglio milanese non vi fa alzare da tavola delusi.

Cool

  • Piatti ben eseguiti e ben impiattati
  • Il brunch della domenica è sa best in town
  • Qualità/prezzo imbattibile alla carta

Fool

  • Non ci dispiacerebbe una carta più sofisticata
  • Forse si spazia troppo nelle proposte
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